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Silvan
KeymasterCiao,
scusa il file che devi modificare si chiama
syslinux.cfg
oSYSLINUX.CFG
ed è nella cartella principale (almeno è così da me con unetbootin e chiavetta formattata FAT32).Silvan
KeymasterCiao,
hai provato anche dando il seguente comando come suggerito nel primo link che hai riportato?
sudo mkdir /etc/adobe
echo -e "EnableLinuxHWVideoDecode=1nOverrideGPUValidation=true" | sudo tee /etc/adobe/mms.cfg > /dev/nullSilvan
KeymasterHo visto ora le immagini, hai fatto un controllo del filesystem sulla chiavetta (scandisk o come si chiama su windows)?
Silvan
KeymasterCiao,
l’immagine non c’è forse per un problema di dimensioni o di estensione. Comunque hai anche fatto la seguente modifica che dicevo?
3) occorre editare il file extlinux.conf e sostituire le occorrenze di root=UUID=xxxx-xxxx con root=live:UUID=xxxx-xxxx
Silvan
KeymasterCiao, non sono ancora riuscito a fare una prova completa però i supporti snapshot generati negli ultimi 7 giorni hanno questa modifica per cui se hai tempo potrebbe valere la pena di riprovare. se il tool di fedora che stai usando presentasse sempre lo stesso errore proverei con unetbootin.
Silvan
KeymasterCiao, premetto che al momento non c’è un modo per creare una chiavetta USB di openmamba da Windows, ma dopo questo tuo post ho fatto dei test e la situazione potrebbe migliorare prossimamente.
Non conosco questo tool di Fedora e i messaggi di errore che riporti non riesco ad interpretarli, però conto di supportare in qualche modo (su windows) un tool analogo che si chiama
unetbootin
, devo però fare una modifica al kernel e quindi bisognerà attendere i supporti snapshot che verranno generati nei prossimi giorni.Come promemoria spiego come sono riuscito a usare
unetbootin
per creare una chiavetta openmamba, però da un sistema linux:1) la chiavetta va formattata in ext2/3/4 (che, appunto, windows non riconosce)
2) con una versione standard di unetbootin si genera il contenuto della chiavetta usando l’opzione “Immagine disco”
3) occorre editare il file extlinux.conf e sostituire le occorrenze di
root=UUID=xxxx-xxxx
conroot=live:UUID=xxxx-xxxx
La procedura da windows sarà analoga ma prima devo fare una modifica perchè manca un componente che permetta di montare il filesystem FAT32 nella prima fase dell’avvio.
Silvan
KeymasterCiao Michele, ti ringrazio per la disponibilità a fare un test.
Facendo un paio di ricerche mi è sovvenuto che tu forse hai installato il driver
splix
che è open source e supporta sia la ml-2010 che la scx4200 (quindi in teoria consigliato anche a mina).Potrebbe essere utile un test del driver ufficiale proprietario, ma prima mi domando se il driver
splix
abbia delle limitazioni, per esempio nel supporto multifunzione (scanner) e quindi se ci sia veramente la necessità di usare il driver ufficiale.Silvan
KeymasterCiao,
i tablet disponibili in commercio su cui so che può girare openmamba nativamente in dual-boot con Android sono: Acer Iconia Tab A200 e Samsung Galaxy Note 10.1″. Altri tablet testati precedentemente ma non più in commercio sono Acer Iconia Tab A500/501 e Hannspad.
Silvan
KeymasterCiao,
dovresti installare il pacchetto
samsung-unified-driver
che si trova tra i pacchetti software di openmamba (è nuovo quindi devi prima rinfrescare la lista dei pacchetti). Dovrebbe installare quello che serve e comunque fornisce un tool grafico per la configurazione che si chiamaSamsung Configurator
. Non potendo fare test più approfonditi non avendo tale tipo di stampante, ti ringrazio se puoi farmi sapere se riscontri problemi o meno.Silvan
KeymasterCiao, segnalo che libreoffice 4.0.3.3 per milestone2 è disponibile nel repository milestone2-makedist dove vi rimarrà per un periodo di test.
Per effettuare subito l’aggiornamento occorre attivare temporaneamente il repository milestone2-makedist e fare un aggiornamento completo o selettivo. I componenti intorno a Mesa 9 sono stati rimossi dal repository per cui un aggiornamento completo non causa modifiche al sottosistema grafico, problema su cui si era discusso qualche tempo fa.
Silvan
KeymasterCiao, scusa il ritardo.
Il sistema rootfs è la versione “root filesystem” del sistema openmamba basato su KDE, per cui il sistema che ottieni è un desktop del tutto simile al sistema per PC che si ha a partire dai supporti livecd e livedvd. rootfs esiste per l’architettura arm quindi da questo punto di vista è compatibile con la maggior parte dei dispositivi mobili che sono basati su processori arm compatibili.
Fin qui tutto “semplice” se non che bisognerebbe passare in rassegna uno ad uno tutti i dispositivi e verificare se dispongono di un kernel Linux/GNU nativo, normalmente realizzato da qualche hacker partendo dal kernel per Android, verificare se e come si può modificare il bootloader, se e come si supportano le accelerazioni video ecc. Su questo tipo di dispositivi non esiste uno standard come per i PC per cui i dispositivi vanno visti uno ad uno, uno sviluppatore (come me), dovrebbe poter verificare la fattibilità e adattare il sistema ad eventuale modifiche ecc.
Non ho questo smartphone e non ho cercato in rete quale sia lo stato del supporto linux. In ogni caso se dovessi aver trovato delle istruzioni per installare qualche altro linux, normalmente la procedura di base consiste nel seguire tali istruzioni usando il rootfs di openmamba laddove viene detto di usare il rootfs dell’altro linux.
Un modo abbastanza standard che si è diffuso, anche se meno “nativo”, è quello di mettere un rootfs sopra android per far partire in chroot il sistema linux. openmamba rootfs potrebbe probabilmente essere usabile in questo modo.
Per quanto riguarda .apk e play store sono caratteristiche di Android laddove openmamba usa rpm e il proprio package manager (una GUI di packagekit). Per supportare le applicazioni Android su Linux ci vogliono dei requisiti particolari a livello di kernel e di librerie, un giorno qualcuno farà un tale progetto e allora lo si integrerà in openmamba, o magari esiste già qualcosa, non so. Per il resto dei programmi: whatsapp, skype ecc. dipende dai fornitori, ma è difficile che forniscano il supporto dei loro applicativi per Linux su smartphone visto che non esistono praticamente implementazioni, se non-sperimentali, di Linux su smartphone.
Insomma, anche se architetturalmente compatibile con la tecnologia degli smartphone, il sistema rootfs non è stato testato su uno smartphone per mancanza di hardware supportato (se esiste). Non è un caso se anche per ubuntu tutto ciò è work in progress nonostante annunci in pompa magna lo scorso gennaio.
Il sistema rootfs su smartphone potrebbe quindi al momento essere usabile come chroot su android magari per usare sullo smartphone applicazioni specifiche (come Gimp) ma certo non per telefonare ad esempio. Oppure uno sviluppatore esperto e con tempo e voglia potrebbe dedicarsi a far girare openmamba nativamente sul proprio smartphone magari interagendo con la comunità di openmamba.
La situazione è un pò migliore sui tablet, rootfs è stato testato su vari modelli ed un sistema desktop è probabilmente più adatto al tablet che allo smartphone. Ma il problema è che anche i tablet che sono stati testati con successo escono dal commercio nel giro di anche soli 6 mesi. Per cui per supportare veramente Linux sui tablet e smartphone ci vuole o il supporto del produttore (che al 99,9% invece supportano e forniscono solo Android), oppure un progetto indipendente con consistenti finanziamenti, ma molti di questi progetti sono falliti senza arrivare a conclusione, anche perchè come detto senza grosse risorse a disposizione il tempo di sviluppo per il supporto del s.o. sul dispositivo è spesso superiore al tempo di vita commerciale del dispositivo stesso.
Silvan
KeymasterCiao, ho programmato il porting di libreoffice su milestone2, per sapere tempi ed esito del porting dovremo aspettare qualche giorno.
http://www.openmamba.org/distribution/autobuilds.html?NUM=3&HOST=0
Silvan
KeymasterCiao,
ho provato a cambiare le impostazioni del plugin fancy e le tiene, quindi non riesco a riprodurre il problema. Non ho provato usando dconf in quanto come atteso già funziona da interfaccia di configurazione (
Configurazione -> Preferenze -> Plugin -> Fancy
).Forse potresti provare a partire da una configurazione nuova di claws-mail, inoltre ci sarà un aggiornamento alla versione 3.9.1 che integra upstream fancy e altri plugin e magari potrebbe risolvere qualche problema, anche se le prove le ho fatte sia con la 3.9.0 che la 3.9.1.
Silvan
KeymasterCiao,
per risolvere prova ad installare il pacchetto
dconf
.Silvan
KeymasterAh capito, sì CFLAGS e LDFLAGS vengono nella maggior parte dei casi ricavati usando
pkg-config
(i files*.pc
) e contengono i riferimenti agli include e le librerie che devono essere usati per la compilazione e il linking, per cui quasi sempre devono stare nel pacchetto-devel
.Per la preparazione di un ambiente per lo sviluppo base si può installare il gruppo
Pacchetti di sviluppo base
usando il programmaInstallazione componenti base di openmamba dalla rete
(mambabase) ovvero dal menùmambatray
->Software
->Componenti di openmamba
. Chiaramente questo richiede un pò di banda e di spazio su disco, ed in ogni caso installa solo un numero di pacchetti di sviluppo maggiormente utilizzati ma rimane sempre da installare qualcosa in più. Se no installare tutti i pacchetti-devel
richiederebbe decine se non un centinaio di GB…Se compili “a mano” non saprei come si possa automatizzare la cosa, anche per le cose più semplici c’è sempre qualcosa che manca in quanto esistono almeno una decina di linguaggi e decine di meccanismi di sviluppo, per non parlare di tutto ciò che serve per generare la documentazione. Poi, per esempio, se compili una semplice applicazione basata su Gnome e hai il sistema basato su KDE dovresti installare tutto o buona parte di Gnome…
Se invece usi la pacchettizzazione RPM e aggiorni qualcosa di già esistente nella distribuzione, il meccanismo di RPM + autospec fornisce degli automatismi circa l’installazione e il rilevamento delle dipendenze runtime e build-time.
Se vogliamo farla semplice per gli utenti la soluzione che usiamo è quella che stiamo applicando: se serve un software open source, chi ne ha bisogno lo segnala e chi fa lo sviluppatore di openmamba si occupa di farlo trovare già pacchettizzato. Questa soluzione funziona al crescere degli utenti di openmamba e quindi della segnalazione di pacchetti mancanti che potrebbero essere aggiunti.
Ma per fare lo sviluppatore di openmamba in modo semplice si può utilizzare l’interfaccia
webbuild
che utilizza il server di openmamba adibito a questo scopo che ha già installate tutte o quasi le dipendenze disponibili in openmamba, perchè lo stesso server continuamente preinstalla tutti gli SRPM con relative dipendenze grazie al sistema di autoaggiornamento di openmamba. Per farla breve mi fermo qui 🙂 -
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