Openmamba: perché!?

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    • #34099
      ergosum
      Partecipante

      Ciao a tutti,
      breve presentazione: seguo Linux da più di 20 anni ormai. Collaboro qua e là, a chi interessa può trovare un po’ di roba qui.
      Uso Fedora (principale) e Debian (secondaria). La diversità delle due distro fa sì che una si adatti meglio dove l’altra è meno adeguata. Seguo anche Flatpak (bella invenzione) per cui ho anche pubblicato alcune app.

      Tempo fa ero capitato su questo progetto. Ricordo che all’epoca sembrava in fase di abbandono, se non già abbandonato.
      Un po’ per caso ci ritorno, e sembra avere ripreso vita. Spunta la curiosità. Non ultimo, da quel che ho capito ha origine a Torino, città dove vivo.

      Mi chiedo quali siano le motivazioni di sostenere uno sforzo (non indifferente, immagino) per una distribuzione indipendente piuttosto che una più “economica” derivata.
      Un paio mi vengono in mente: lingua italiana (ma è facile anche con altre distro) e comunità “locale” (le distro principali hanno forum in lingua, ma forse non lavorano abbastanza sugli aspetti di localizzazione e territorio).

      Per gli sviluppatori: quali vantaggi? Es. ciclo di vita indipendente, meno regole barocche, meno necessità di sostenere motivazioni e confronti, opportunità commerciali, etc.

      Per gli utenti: cosa vi attrae? Es. supporto, facilità di installazione ed utilizzo, approccio meno generico, ottimizzazione, etc.

      Sia chiaro, anche una risposta “just for fun” va bene, ma spero sempre di ricavare motivazioni più pratiche e profonde.

      Avrei anche altre curiosità (es. sulle live, visto che anche io confeziono live di Fedora/CentOS), ma per quelle ci sono i canali più tecnici.

      Grazie

      • Questo argomento è stato modificato 1 settimana, 2 giorni fa da ergosum.
    • #34102
      Silvan
      Amministratore del forum

      Ciao,
      sono il manutentore di openmamba e innanzitutto ti ringrazio per il post che evidentemente scaturisce da un qualche tipo di interesse, anche solo a livello di curiosità, per questo progetto.

      Come forse sai, altrimenti lo potresti se vuoi scoprire facendo delle ricerche, la distribuzione con questo nome nasce nel 2007 come proseguimento del progetto QiLinux nato del 2003 e che era un progetto di distribuzione Linux ideata sempre da me e proposta all’interno dell’azienda QiNet per cui lavoravo e ricordo bene che anche allora una domanda ricorrente era “Perché?”, sebbene fosse un’altra epoca: non esistevano ancora, ad esempio, Ubuntu ed altre distribuzioni “maggiori” che sarebbero nate dopo, ed anche l’importante strumento git fu creato da Linus Torvalds proprio in quegli anni per sostituire il sistema di versioning proprietario che finora veniva usato per lo sviluppo del kernel Linux, all’epoca l’ecosistema userspace delle distribuzioni Linux era molto diverso, doveva nascere systemd ma non c’erano neanche udev e dbus, QiLinux aveva un sistema di init parallelo che avevamo creato noi e gli initscript non si trovavano nelle distribuzioni sorgenti e se c’erano andavano testati e modificati.

      Non credo che sia questo il topic delle domande nel post ma potrei ricordare e raccontare 20 anni di evoluzione dell’ecosistema intorno alle distribuzioni Linux come le ho vissute dall’interno e forse già avere interesse su questo risponde un po’ alla domanda “perché lo fate/lo fai”.

      Ad oggi openmamba è un sistema che il sottoscritto utilizza quotidianamente ed esclusivamente (a meno di alcuni target lavorativi) come desktop e server in molteplici installazioni ed è facile per me dire che è il sistema migliore e che non vorrei abbandonare per cambiarlo con altri, visto che qualunque mia esigenza o problema li comprendo e risolvo in prima persona. Sebbene mantenere il sistema sia un impegno importante, nei 17 anni di vita di openmamba sono stati sviluppati dei meccanismi di mantenimento automatico che devono essere per lo più supervisionati e che comunque ad oggi rendono openmamba uno dei sistemi più aggiornati (lo puoi vedere nel riquadro in basso a destra su repology.org ma il flusso di mantenimento semi-automatico è ancora più evidente aprendo la pagina di openmamba).

      Diverso è sicuramente il punto di vista esterno e qui vorrei proseguire nell’elaborazione di una risposta, ma al momento non ho ulteriore tempo per elaborarla, tuttavia non voglio lasciare il post senza risposta per cui ritengo che sia già meglio che niente pubblicare quanto commentato sopra.

      Relativamente alle questioni tecniche, queste sono sicuramente la mia priorità e ad esempio questioni relative alla produzione di supporti live, di cui tu hai esperienza su Fedora/CentOS, possono essere di interesse reciproco.

    • #34103
      ergosum
      Partecipante

      Mi pare di capire che la versatilità nelle scelte e la rapidità di aggiornamento siano le qualità enfatizzate da questa distro.

      Per quanto riguarda le live, avevo cominciato per avere qualcosa di tagliato su misura in ambito privato (amici e familiari) e lavorativo (programmazione sw e workstation standard per determinati contesti). I motivi principali erano la scelta dei font, la lingua, le applicazioni e un po’ di impostazioni predefinite per evitare le solite “50 cose da fare dopo aver installato la distro”. Per Fedora ero partito dai livecd-tools per poi passare a lorax, seguendo la scia delle immagini ufficiali. Recentemente il KDE SIG (Special Interest Group) si sta spostando verso kiwi-ng, almeno per CentOS, ma preferisco ancora l’approccio “classico” per ora. Sono quindi nati i due progetti fedora-remix e centos-remix. Ora mi sto cimentando con Calamares, che pare essere diventato lo standard per le installazioni live.

      Ogni tanto cerco di studiare anche il sistema delle live di Debian. Con poco successo, perché la uso tipo coltellino svizzero e quindi parto sempre da una netinst. Ma una live a 32 bit con TDE non mi dispiacerebbe, per gli ultimi dinosauri rimasti in giro.

      Se nella zuppa vedi qualcosa che ti interessa, contattami pure. Dando un’occhiata veloce, mi che pare openmamba usi già i livecd-tools, e visto che usa RPM e DNF, i vari strumenti di Fedora potrebbero avvicinarsi alle esigenze di questa distro.

      • #34107
        Silvan
        Amministratore del forum

        Grazie per i feedback.

        Chiedo umilmente scusa, ma avevo elaborato una articolata risposta per spiegare come invece ero approcciato io alle live.
        Evidentemente mi sono perso il “submit”. Forse sessione scaduta 🙁
        Se trovo un attimo ci riprovo…

        Il post era bloccato da un controllo anti-spam probabilmente per la presenza di molti link esterni, adesso l’ho approvato ed è pubblicato.

    • #34104
      fredflinstone
      Partecipante

      Ciao !

      Utente :

      Dopo anni e anni di mandrake/mageia e i casini che occorsero a quelle distribuzioni, cercando in giro ( anno 2012/13 ) mi imbatto in una distro italiana, fatta bene per i miei utilizzi e completa di tutto.

      Facile da installare e col manutentore sempre disponibile a eventuali richieste e rapido nella risoluzione dei problemi.

      Quando ci fu il momentaneo abbandono passai a debian 8, ma il tarlo rimase e fui molto contento del ritorno di OM e devo dire che provando altre distro più blasonate in VM alla fine quella che preferisco è sempre OM.

       

    • #34105
      ergosum
      Partecipante

      Grazie per i feedback.

      Chiedo umilmente scusa, ma avevo elaborato una articolata risposta per spiegare come invece ero approcciato io alle live.
      Evidentemente mi sono perso il “submit”. Forse sessione scaduta 🙁
      Se trovo un attimo ci riprovo…

    • #34108
      ergosum
      Partecipante

      Il post era bloccato da un controllo anti-spam probabilmente per la presenza di molti link esterni, adesso l’ho approvato ed è pubblicato.

      Meno male, almeno so che non è il cervello che sta cominciando a difettare 🙂

      Dopo anni e anni di mandrake/mageia

      Anche io avevo iniziato con Mandrake, mitica distro! Piuttosto avanti per i suoi tempi.

      Insomma, mi pare che KDE/RPM siano ancora nei pensieri un po’ di gente.

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